L'opinione di Michele Di Patria - Installazioni di centrali nucleari in Campania

Michele Di Patria chimico industriale è stato impiegato per circa 20 anni alle dipendenze della Mobil Chimica Italiana, presso il Laboratorio Chimico, il Servizio Produzione ed il Settore Process. 
Per 10 anni ha ricoperto il ruolo di responsabile dello Sportello Ambiente, istituito presso il CESVITEC, Azienda speciale della CCIAA di Napoli. 
Attualmente esercita la professione, come consulente ambientale, con particolare propensione alle componenti ambientali atmosfera e rifiuti.

Installazione di centrali elettronucleari in Campania.

Vorrei sottoporre alla attenzione dei colleghi la mia opinione su una questione che non riguarda strettamente la nostra professione, ma ci riguarda come cittadini di una stessa regione.

Ho più volte avuto notizia che la Regione Campania è favorevole alla installazione di centrali elettronucleari nel proprio territorio. Anche la Regione Lombardia si è dichiarata favorevole, precisando, però, che nel proprio territorio la produzione di energia elettrica è sufficiente a coprire il fabbisogno interno. Mi dispiace che la stessa affermazione non sia stata fatta dai nostri politici dal momento che, se non siamo ancora autosufficienti, lo saremo a breve, anzi avremmo già dovuto esserlo nel 2010.

Nel Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria, pubblicato nel 2005, si legge che la qualità dell’aria sarebbe stata (ovviamente) influenzata dalla costruzione delle 9 centrali termoelettriche che avevano presentato richiesta di autorizzazione, per una potenza totale di 5.200 MW.

Al Par. 6.2 del Piano si esamina lo scenario emissivo senza gli interventi previsti dal Piano stesso e inclusivo del potenziamento della produzione termoelettrica. Dalle figg. 36 - 42, si rileva che l’entrata in esercizio delle nuove centrali avrebbe influenzato solo i quantitativi di CO2 (circa 10.000.000 tonn/anno), NOx (circa 45.000 tonn/anno) e PM10 (circa 400 tonn/anno).

Al Par. 7.3.5 sono riportati i grafici contenenti le proiezioni delle emissioni negli scenari ottenuti con l’attuazione delle misure di contenimento previste dal Piano, le quali, come si può rilevare dalle figg. 49 – 55, fatta eccezione per il PM10, producono riduzioni del tutto irrilevanti.

È però interessante notare che si ottengono apprezzabili diminuzioni dei quantitativi di inquinanti emessi, limitando la concessione delle autorizzazioni ad un numero di centrali sufficienti a soddisfare il fabbisogno interno.

Già il “Documento a cura della Commissione Tecnica di cui alla DGR n. 4818/02” avente per oggetto “Analisi del fabbisogno di energia elettrica in Campania: Bilanci di previsione e potenziamento del parco termoelettrico regionale” del novembre 2003 faceva riferimento alla limitazione delle autorizzazioni da concedere, perché le richieste di nuova produzione di energia risultavano eccedenti rispetto al fabbisogno. Inoltre da feedback derivanti dall’esercizio della professione c’è motivo di ritenere che il raggiungimento dell’autosufficienza sia vicino.

Peraltro le centrali elettronucleari non sono nemmeno convenienti dal punto di vista economico; a tal proposito invito chi fosse interessato a reperire sul sito www.fondazionesvilupposostenibile.org, nell’area Documenti, “I costi del nucleare” del 25/10/2010; il rapporto è fondato su dati provenienti da Regno Unito, USA, CE, ed è curato dal Presidente della fondazione, l’ex Ministro Edo Ronchi, che in materia di ambiente ha qualche competenza.

Cui prodest?

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