Uso sostenibile delle ricchezze marine in Europa

Prodotti per la salute, cosmetici e alimenti per lattanti sono solo alcuni prodotti di uso quotidiano che utilizzano molecole derivate da organismi marini. Un progetto innovativo dell’Unione Europea ha scoperto diverse nuove fonti di questi composti e messo a punto un nuovo metodo di produzione sostenibile. I benefici per l'Europa, dal farmaceutico allo sviluppo regionale, potrebbero essere immensi.

Gli organismi marini - come batteri, funghi, alghe e spugne - producono biomolecole ad alto valore aggiunto (HVABs) che vengono utilizzate come ingredienti in vari settori quali farmaceutico, cosmetico e industriale. Anche se l'uso di organismi in applicazioni tecnologiche non è molto sfruttato del mercato delle biotecnologie, l’istituto di ricerca Global Industry Analysts prevede che il settore delle biotecnologie marine supererà i 3,11 miliardi di €  entro il 2015.

Produrre queste molecole in maniera sostenibile ed efficiente potrebbe rivelarsi molto redditizio, e creare nuove opportunità di business innovativi e rispettosi dell'ambiente. Ciò sarebbe particolarmente utile in regioni costiere isolate, motivo per cui l'Unione Europea è in parte finanziatrice del progetto internazionale BAMMBO che si concentra sulla produzione sostenibile di molecole biologicamente attive di origine marina. Il progetto è coordinato dal dottor Daniel Walsh presso l'Istituto di Tecnologia di Limerick in Irlanda. Sono coinvolti partners provenienti dalla Russia, dal Brasile e dalle coste europee del Mediterraneo, dell’Adriatico e dell’Atlantico.

"Una scoperta molto interessante è stata fatta nelle acque fredde al largo dell'Antartide” afferma il dottor Walsh. "Sono stati coltivati e isolati lieviti e funghi associati a stelle marine e ricci, che hanno dimostrato una capacità di produrre enzimi che digeriscono il legno, attivi a temperature inferiori a 15 ?C. Il potenziale di questi enzimi come nuovi agenti in detergenti a risparmio energetico, prodotti per disinquinamento ambientale e nelle industrie delle biotecnologie è immenso".

Il progetto triennale, iniziato nel 2011, sta attualmente esaminando specifici organismi marini da svariate sedi a livello mondiale, al fine di identificare potenziali nuove fonti di biomolecole ad alto valore aggiunto. “Fino ad oggi, sono stati identificati tutti i composti noti e commercialmente realizzabili da una vasta gamma di organismi marini, e sono stati anche scoperti otto nuovi alcaloidi da spugne,” continua il dottor Walsh. "L’Università di Nizza è in grado di coltivare in modo sostenibile queste spugne e 'recuperare' i composti-bersaglio da esse e dal loro ambiente circostante, in modo da non interferire con la vita l'organismo ospite."

Sono stati sviluppati sistemi di estrazione che consentiranno l’isolamento e l’arricchimento su larga scala di biomolecole ad alto valore aggiunto con minimo o nessun uso di solventi organici, che possono danneggiare l'ambiente. Il gruppo del progetto ha inoltre individuato estratti da macro-alghe ricchi di antiossidanti.

Attualmente si sta procedendo attraverso le fasi di arricchimento, purificazione e caratterizzazione. L’attività antiossidante è paragonabile a quella del composto utilizzato commercialmente, butilidrossitoluene (BHT), che è ampiamente utilizzato in settori quali l'industria automobilistica per trattare l’ossidazione (o ruggine), ma che ha un potenziale rischio per la salute. "La stabilità e la tossicità degli antiossidanti naturali saranno valutate con il progredire del progetto", spiega Walsh.

Sono stati individuati altri estratti di alghe con potenti attività anti-fungine, che potrebbe un giorno essere usati per via endovenosa come agenti anti-fungini nel trattamento delle infezioni. In futuro, alcuni ceppi di macro-alghe potrebbero anche sostituire gli attuali farmaci chemioterapici utilizzati per il trattamento di vari tipi di cancro, tra cui sarcomi, carcinomi e linfomi.

Oltre a fare delle scoperte nuove, il progetto si è concentrato sulla realizzazione di un metodo più sostenibile ed efficiente di produzione di biomolecole ad alto valore aggiunto. È stato sviluppato un nuovo tipo di foto-bioreattore (un serbatoio di coltura chiuso, progettato per la produzione controllata di biomassa). Il bioreattore è stato tarato in modo che le condizioni all'interno possono essere regolate. "Questo sistema, sviluppato in collaborazione con PMI partner di nostra conoscenza, ci aiuterà a rendere le micro-alghe una conveniente fonte di biomolecole," afferma il dottor Walsh. "Una delle cose più importanti che stiamo facendo qui, lavorando con le PMI partner, è sviluppare e trasferire le competenze all'industria locale e regionale. L'Europa è messa in discussione dalla produzione in altri paesi, quindi abbiamo bisogno di chiederci come possiamo utilizzare meglio l'ambiente marino, lontano dal mare".

Ulteriori approfondimenti al link:

ec.europa.eu/research/infocentre/article_en.cfm

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